Il castello di Bardi

Sede principale del Principato Landi ha vissuto periodi di grande lustro ed importanza.

Importanti anche i legami nobiliari con altri casati. Addirittura i Grimaldi Principi di Monaco devono il loro titolo nobiliare ai nobili che regnavano su paese della Val Ceno.

 

Il castello di Bardi, era e sede principale del principato dei principi Landi, è un’imponente fortificazione che si erge su uno “scoglio” di diaspro rosso.

Posto al centro della valle del Ceno ne è l’ultimo comune e l’ulimo baluardo amministrativo.

Il maniero  sovrasta il punto in cui il torrente Noveglia confluisce proprio nel Ceno. Oggi la posizione geografica del paesino sembra defilata e fuori dalle principali vie di comunicazione, ma nel medioevo, quando differenti erano i percorsi e le necessità di controllo del territorio, si trattava di un’importante tappa sul percorso della via degli Abati.  Una leggenda narra che anche Annibale sia passato di qua è che il nome Bardi deriva da Barrius uno degli elefanti del condottiero cartaginese morto è sepolto ai piedi del castello.

STORIA

Il nome “Bardi” deriva da Longobardi. L’esistenza di una fortezza, risale al regno di Berengario del Friuli. Nell’898 l’edificio venne venduto al vescovo di Piacenza Everardo, che ne fece un sicuro rifugio da parte dei barbari, che in quei tempi razziavano la pianura Padana.

Fino al XII secolo il castello fu governato da una consorteria di nobili locali, conosciuti come conti di Bardi, finché, nel 1257, fu acquistato, con il vicino castello di Compiano, dal ghibellino Ubertino Landi di Piacenza, che ne fece la capitale dei domini della sua famiglia

Nel corso del XV secolo i Landi modificarono la rocca, adeguandola alle nuove esigenze difensive e conferendole l’aspetto attuale.

Nel 1551 Carlo V d’Asburgo conferì ai Landi il rango di marchese e concesse loro il privilegio di battere moneta. Sul finire del XVI secolo, per volere di Federico Landi, il castello diventò una residenza principesca dotata di pinacoteca, archivio di famiglia, biblioteca ed esposizione di armi.

Nel 1682, con l’estinzione dei Landi, cominciò la decadenza del castello: il feudo passò ai loro storici rivali, i Farnese, e successivamente ai Borbone Parma. La struttura, nel corso del XIX secolo, continuò a decadere e fu adibita a prigione militare, sede della pretura e del comune. Il recupero cominciò dopo gli anni sessanta.

LA STRUTTURA

La rocca è un complesso fortemente articolato, interamente edificato in pietra, cresciuto nel tempo intorno alla mole del mastio. È completamente circondato dalle mura scarpate, dotate di cammino di ronda interamente percorribile, la cui forma irregolare segue la conformazione dello sperone roccioso.
L’interno comprende vari edifici, posti su diversi livelli: la residenza, gli alloggi delle milizie, la cappella, la sala della tortura; tutti collegati tra di loro e con la corte interna e la piazza d’armi da tortuose e strette scale che, come espediente difensivo, girano tutte verso destra. Una sola torre rotonda sporge da uno spigolo del palazzo.

Alcune immagini del castello e dei suoi dintorni  

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